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Si parte dall'analisi del primo documento di poesia in dialetto leccese per tentare di individuarne la struttura che connette. Il poemetto del XVII secolo descrive con precisione lo stato del territorio salentino e quello della cultura del tempo. Da qui l'autore ci conduce a un immediato paragone con la situazione attuale e ne sottolinea alcune incongruenze. In particolare ci si chiede come, da uno stato di diffusa condivisione degli spazi, si sia giunti ad accettare quell'esproprio territoriale che consegue alla trasformazione di un luogo in un nonluogo turistico.